La situazione locale di artigianato ed edilizia al centro di una tavola rotonda organizzata da “Rinascita per Modugno” la scorsa settimana…

 

 

 

“La ricchezza di un Paese si misura dal numero di gru presenti, e a Modugno non ce ne sono. Noi più che ingegneri ci sentiamo fabbricanti di armi di distruzione e siamo visti malissimo quando andiamo in Comune per chiedere di progettare qualcosa. Siamo stanchi di combattere contro i mulini a vento”. 
 
Questo è l'allarme lanciato da Giovanni Zaccaro, ingegnere. Di tutto questo ed altro si è parlato giovedì 14 Marzo, nella sala “Beatrice Romita” del comando della polizia locale, in una tavola rotonda dal tema molto delicato e centrale per la città dal titolo “L’artigianato a Modugno e il blocco dell’Edilizia a Modugno”, organizzato da “Rinascita per Modugno”. 
 
Il blocco dell’edilizia in città ha ripercussioni, innanzitutto, sull’artigianato, piccolo o grande che sia, sulla Zona artigianale – oltre 60 imprese artigiane presenti ma 15 capannoni sono abbandonati e ancora in costruzione – ma sulla intera economia cittadina. E non da poco, perché è un ostacolo alla crescita di una città e di un territorio che fino al 2005 vantavano di avere il più alto tasso di reddito pro capite delle città al di sotto dei 50mila abitanti, e fino al 2006 erano i più ricchi della Regione. Ed è anche un valido motivo per consentire ai giovani di andare altrove. 
 
Saverio Pascazio, architetto, ha le sue idee: “Noi progettiamo fuori e ci fanno i complimenti per quello che facciamo. Per fortuna c’è ancora la Zona industriale che ci permette di lavorare anche se non costruiamo capannoni”.
 
Un altro Pascazio, Luciano, ha invece portato la voce degli artigiani, ammettendo le loro responsabilità: “Più che di Zona artigianale, si dovrebbe parlare di Zona commerciale perché ci sono 100 opifici e forse più. Mancano i servizi, come si capisce facendosi un giro in via san Giorgio Martire nelle ore di punta. Noi artigiani non siamo capaci di metterci insieme e creare un Consorzio. Ci manca la cultura dello stare insieme e questo ci impedisce di colloquiare con la cosa pubblica”. 
 
Da Giuseppe Oro, giornalista, sono arrivati i dati. Per nulla incoraggianti, e sinonimo di una crisi senza fine: “Nel 1996 la Cassa rurale ed artigiana di Modugno raccoglieva 250 miliardi, adesso decisamente molti meno visto anche la crisi del sistema bancario. La crisi è nazionale ma a Modugno si sente sempre più. Ingegneri non progettano, artigiani non lavorano, e un problema è anche la mancanza di mutuo”. 
 
Delio Cota, rappresentante dell’Associazione modugnese architetti, geometri e ingegneri (Amagi), ha passato in rassegna le modifiche che sono state chieste per quanto riguarda il nuovo Regolamento all’edilizia, che il Comune sta discutendo in questi giorni con tutti gli attori sociali e di categoria. 
 
“Modugno deve rinascere – ha concluso Antonio Stragapede, presidente di “Rinascita per Modugno” – tornare a essere ricca, splendente e illuminata. Ora è abbandonata nelle periferie e buia nel centro città”. E lancia una proposta: “Modugno deve rivendicare la presidenza dell’Area di sviluppo industriale – Asi – perché si trova nel 70 per cento del suo territorio, e deve avere un assessore alle Periferie”.
 
 
COMUNICATO STAMPA – RINASCITA PER MODUGNO