Riceviamo e pubblichiamo nella rubrica "La Voce del cittadino" alcune riflessioni del Dr.Raffaele Paparella, riguardanti quanto scritto dal sindaco Mimmo Gatti sulla propria pagina Facebook, in relazione alla manifestazione “Riscopriamo Lama Misciano … in bici”… 

 

Lo scorso 15 ottobre il sindaco di Modugno Mimmo Gatti pubblicò sul gruppo Facebook “Mimmo Gatti sindaco” le sue considerazioni sulla manifestazione “Riscopriamo Lama Misciano …  in bici”.
 La lettura dell’intervento, scritto forse troppo frettolosamente, mi ha fatto riflettere e mi ha spinto ad intervenire; non certo per discutere della gita, che secondo gli organizzatori, può definirsi riuscita, né tantomeno per inserirmi nella querelle avviata tra il sindaco ed alcune associazioni, organizzatori e organi di stampa, ma perchè offeso dal linguaggio utilizzato nei confronti di questa comunità della quale alcuni cittadini vengono definiti utili idioti, codardi, ipocriti e taluni persino “cretini” e speculatori.
 Fermo restando che l’amministrazione comunale ed il sindaco, sono certo, abbiano fatto tutto quello che era possibile e necessario per assicurare l’incolumità e la riuscita della manifestazione, così come poi effettivamente è accaduto, al di là delle polemiche che non mi appassionano, ritengo ingiusto e offensivo le esternazioni del primo cittadino rivolte ad una parte della comunità che rappresenta.
 Anche laddove tali parole fossero state rivolte ad un solo cittadino, la mia indignazione e imbarazzo non sarebbero cambiati, così come, la sua caduta di stile sarebbe rimasta tale.
 
Sono del parere che un sindaco, unica istituzione politica eletta direttamente dal popolo che incarna e ne rapppresenta l’unità, non può rivolgersi ad un suo membro, ed in linea di principio, a nessun cittadino della comunità che rappresenta, apostrofandolo con epiteti simili a quelli usati. Le parole di un sindaco, semmai, devono favorire l’armonia e il dialogo tra le persone, piuttosto che distinguere, stigmatizzare e sottolinerare differenze tra gli individui, che al fine sono comunque sempre riconducibili al carattere, alla condizione culturale o sociale delle persone e non certo ad una differenza giuridica o politica.
 Il sindaco sa molto bene che in democrazia i voti si contano e non si pesano, e per la sua elezione, come per agli altri suoi competitor, sono arrivati i voti di laureati, di operai, di analfabeti, di casalinghe e disoccupati, ivi compresi quelli che ha definito codardi, cretini, idioti, ipocriti e speculatori, semplicemente perchè sono tutti cittadini. Cittadini che vivono in uno stato di diritto che garantisce loro l’eguaglianza di fronte alla legge, senza alcuna distinzione, dotati di diritti giuridici (uguaglianza di fronte alla legge), politici (diritto di voto) e diritti civili sociali. E come tali, io dico, devono essere considerati e rispettati.
 
Capisco che a volte l’incomprensione, le divergenze di opinioni possano essere difficili da gestire, ma essere sindaco di una comunità significa anche avere la capacità di saper comprendere, possedere l’intelligenza di ricomporre e portare a sintesi le diverse viste logiche, detenere l’apertura mentale che conduce alla tolleranza, e a volte finanche ad esaltare le differenze, esattamente come farebbe un buon padre di famiglia con i propri figli, diversi tra loro. Non è certo perdendo le staffe, offendendo o ingiuriando le persone che un sindaco deve far sentire la sua voce, sopratutto nei momenti di difficoltà. Le ingiurie quando fatte, dimostrano invero l’incapacità di affrontare condizioni di difficoltà e avvalorano l’assenza di argomenti a sostegno delle proprie idee.
 Il sindaco dice di aver pensato ad una assicurazione per ogni partecipante nel caso fosse stata l’Amministrazione comnunale ad organizzare la manifestazione, per coprire il rischio di eventuali incidenti. Ha fatto benissimo a pensarlo, ma affermare che “accade spesso che in queste occasioni si trova sempre qualche “cretino” in cerca di speculazione contro il Comune” equivale a fasciarsi la testa prima di essersela rotta.
 
Ma che idea ha il sindaco della comunità che amministra quando definisce cretino (con le virgolette o senza virgolette), un cittadino della comunità che rappresenta?
 
Dando del “cretino” e dello speculatore a priori ai cittadini, ipotizzando che in caso di incidente avrebbero potuto speculare chiedendo il risarcimento al comune, non ha fatto né più né meno di quello che faceva Mussolini durante il ventennio, quando visitava alcune città d’Italia. In tali circostanze alcune persone, solo perchè precedentemente condannate per reati di ordine pubblico, venivano prelevati e messi in galera per la durata della visita del duce, non per aver commesso un reato ma in via “cautelativa”, per evitare che potessero (in teoria) reiterare il reato.
 
Mi aspettavo piuttosto che il suo linguaggio, infelice e ingiusto verso la comunità che rappresenta fosse censurato dalla sua stessa parte politica. Dico questo perchè in Inghilterra, patria e fondatrice del Costituzionalismo moderno, esempio di autentica democrazia, se un membro della Camera avesse parlato così come lei ha fatto, sarebbe stato “frustato” non dagli avversari politici bensì dal suo stesso partito.
 Ma noi non siamo in Inghilterra e la nostra democrazia nei fatti è ancora incompiuta.
 
Al di là di ogni sterile polemica, il buon senso mostrato da parte di tutti, a cominciare dalle associazioni che hanno organizzato l’evento, delle famiglie che hanno partecipato, ma anche grazie al servizio dei volontari, della Polizia Municipale e di tutta l’organizzazione e la logistica messa in piedi dall’amministrazione comunale, come lo stesso sindaco ha affermato, ha fatto sì che tutto filasse “liscio senza inconvenienti”.
 Come vede sindaco l’uomo coopera per preparare il meglio.
 E allora, a cosa servono gli insulti?

 

Dr. Raffaele Paparella – www.paparella.it