Nella rubrica La Voce del Cittadino, pubblichiamo oggi quanto ci è stato segnalato da Raffaele Paparella, a riguardo dei risultati delle primarie PD a Modugno…

 

Dico subito due cose. Anzi tre. La prima: ho votato alle primarie del centrosinistra; la seconda: senza nulla togliere a tutti i competitors, la mia scelta è stata, come già annunciato da tempo, Matteo Renzi.

 
Sia ben chiaro, Bersani come Vendola sono persone politicamente eccellenti ma che hanno già dato. Possono continuare a farlo in modo diverso assieme a D’Alema, Bindi, Casini e l’intero esercito della salvezza.
Tabacci e Puppato mi scuseranno, ma la loro candidatura è stata più una provocazione che una vera e propria competizione anche se, le peculiarità dei loro programmi (oltre a quallo di Vendola) arricchiscono la proposta politica complessiva del centrosinistra rendendola più appetibile all’elettorato.
La terza. Avevo pronosticato il primo posto di Bersani. Così è stato. Né poteva essere diversamente.
Domenica prossima 2 dicembre ci sarà il ballottaggio.
Chi vincera? Difficile dirlo. Quasi certamente Bersani, ma oramai la strada del cambiamento è iniziata ed essendo stata “istituzionalizzata” sarà difficile assorbirla e neutralizzarla, gettandola, come le altre volte, nelle sabbie mobili della politica degli apparati.
 
Alcuni dati.
Pur registrando una grande partecipazione nazionale, con oltre 3 milioni di votanti (dato esaltato da tutti), rispetto alle primarie del 2005 invero, l’appuntamento con le primarie del centrosinistra perde un milione di elettori. Questo significa che il sentimento di disaffezione verso la politica manifestato già col voto siciliano, resta e, come vedremo, è diffuso e omogeneo, nonostante la presenza di Renzi, unica novità e speranza di cambiamento del prossimo futuro.
Tornando ai dati delle primarie, l’arretramento nazionale al voto trova riscontro anche in Puglia dove si passa da 193.205 votanti del 2005 a 155.331 del 2012. Così come nella provincia di Bari dove i 58.344 votanti del 2005 si riducono a 40.673 nel 2012.
Modugno conferma il trend al “ribasso”. Infatti nel 2005 hanno votato alle primarie del centrosinistra 1.941 elettori mentre domenica scorsa (primarie 2012) hanno votato 1.267 elettori.
Osservando il dettaglio del voto modugnese che si è espresso con 376 voti a Bersani (29.68%); 368 voti per Renzi (29.04%); 504 voti per Vendola (39.78%); 7 voti per Tabacci (0.55%) e 12 per Puppato (0.95%) notiamo la debacle di Bersani che passa dal 44.9% nazionale al 39.3% pugliese per scendere ancora al 30.7% della provincia di Bari e toccare il suo minimo a Modugno con il 29.68%, nonostante la stampella del movimento dei Moderati e Popolari che a Modugno, pur se all’opposizione dell’amministrazione di centrosinistra, ha dato la sua indicazione di voto a favore del segretario nazionale del PD. La sconfitta modugnese di Bersani quindi, in termini politici, è la sconfitta dell’amministrazione Gatti e del suo gruppo dirigente schiacciato su posizioni conservatrici, con il distinguo in casa PD della giovane neoeletta Consigliere comunale Giovanna Bellino unica sostenitrice istituzionale di Matteo Renzi.
Inoltre devo registrare la posizione dei socialisti di SEL che con i loro due mazzi di carte (uno per vincere l’altro per non perdere) a livello nazionale votano Bersani, e in Puglia la diaspora socialista ha sostenuto Vendola.
Detto questo, si potrebbe azzardare una breve comparazione tra il voto regionale siciliano e il voto alle primarie del centrosinistra a Modugno. Ovviamente, vanno fatte la dovute eccezioni, vista la eterogenità dei due appuntamenti elettorali, pertanto la riflessione che ne seguirà non farà riferimento ai meri risultati politici delle due competizioni, ma sarà incentrata più sul cogliere le tendenze che sottendono i comportamenti degli aventi diritto al voto e quello che ne potrebbe scaturire.
Ci sono due elementi che devono far riflettere sul voto siciliano: l’astensionismo e l’affermazione del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, definito da alcuni come l’antipolitica.
Il primo elemento, cioè la scarsa partecipazione al voto, che segna da anni un trend al rialzo, in Sicilia è stata elevatissima, toccando il 54% degli aventi diritto. L’astensionismo al voto siciliano ha superato di ben 4 punti in termini percentuali la cuspide della maggioranza semplice, gettando l’isola nel paradosso della democrazia. Adesso una minoranza governerà sulla maggioranza.
E’ evidente che quella minoranza deciderà per tutti a discapito soprattutto di coloro che non hanno esercitato il diritto di voto e che si ritroveranno così ad accettare decisioni prese da coloro che non hanno contribuito ad eleggere, ma che comunque sono legittimati a governare su tutti.
 
Questa mi sembra già una buona ragione per invitare in futuro, coloro che sono propensi all’astensione, e sono in gran parte la componente più moderata dell’elettorato, ad esercitare sempre e ovunque il proprio diritto di voto e non ascoltare l’eco lontano di craxiana memoria di … “andare al mare”. Anche perchè in una sistema politico rappresentativo, la sovranità viene esercitata unicamente col diritto di voto. E se non voto, cioè se non mi occuperò di politica, sarà comunque la politica ad occuparsi di me. Tanto vale, che dica la mia.
A Modugno con le primarie è accaduto lo stesso. Si è registrata una flessione al voto rispetto al 2005 pari al 34.72%.
L’altro elemento, cioè l’affermazione del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, è dovuto principalmente alla protesta verso un sistema politico malato e degenerato, non più aderente ad una società complessa e verticalizzata che elude il cambiamento, non pone valori di merito e competenza al centro dell’azione politica e glissa totalmente la questione morale, mentre il Paese è sommerso da scandali, ruberie e privilegi.
Il popolo siciliano ha quindi riversato nel movimento di Grillo le speranze e le aspettative di una rinascita morale di fronte all’assenza di un’offerta politica credibile.
A Modugno è accaduto lo stesso. Il “popolo” del centrosinistra ha bocciato il conservatorismo di Bersani ed ha riposto le sue aspettative sulla modernità di Renzi.
 
Raffaele Paparella
da www.paparella.it