
Bari, 3 mag. – (Adnkronos) – Ammonta a oltre 300 mila euro, allo stato attuale, l'ennesima truffa alle assicurazioni perpetrata nel barese da 82 persone alle quali e' stato notificato l'avviso di conclusione di indagini da parte della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese. Sono accusate a vario titolo di truffa aggravata, falsita' ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, danneggiamento fraudolento dei beni assicurati.
Ben 66 i casi documentati di falsi incidenti regolarmente risarciti da numerose assicurazioni (Reale Mutua, Lloyd Adriatico, Cattolica, Duomo Uno One, Ras, Carige, Toro, Allianz, Ubi, Nuova Tirrena, Ina Assitalia, Aurora, Piemontese e Ugf). L'inchiesta venne avviata due anni fa proprio a seguito della denuncia di una delle assicurazioni che evidenziava una serie di anomali e continui incidenti stradali nei quali configuravano sempre le stesse persone (avvocati, medici, infortunati, conducenti e testimoni) con ruoli che di volta in volta cambiavano, tutte residenti a Grumo Appula, Modugno, Toritto, Bitonto o Palo del Colle.
Gli agenti della Polizia di Stato, della sezione di Polizia Giudiziaria, ai quali sono state delegate le indagini, sono riusciti a ricostruire (soprattutto attraverso l'acquisizione di documenti utili a ricostruire i casi forniti dalle assicurazioni) il complesso e articolato sistema truffaldino organizzato con la complicita' di alcuni medici legali. Questi ultimi attestavano gli infortuni derivanti da sinistri falsi o manipolati. Nell'arco di cinque anni (dal 2006 al 2011), sono stati ottenuti illegalmente dalle assicurazioni risarcimenti danni derivanti da sinistri stradali.
Il riscontro della truffa gli inquirenti lo hanno ottenuto nel corso delle verifiche effettuate in modo particolare presso la sezione distaccata di Modugno del Tribunale di Bari e gli Uffici di Giudice di Pace di Modugno e Bitonto. E' qui che e' risultato lampante il coinvolgimento degli 82 indagati (in modo particolare degli avvocati e dei medici compiacenti) che inducevano in errore i giudici che dovevano decidere sul risarcimento per incidenti falsi o mai avvenuti.
Numerose le prove raccolte a carico degli indagati che hanno permesso di ricostruire nei minimi dettagli il puzzle della truffa. Intanto i protagonisti erano sempre gli stessi: una volta erano conducenti, un'altra volta infortunati, un'altra volta testi, un'altra volta erano presenti nell'auto che aveva avuto l'incidente; queste persone si rivolgevano, poi, sempre agli stessi avvocati per l'assistenza legale e agli stessi medici privati disposti a rilasciare certificazioni attestanti diagnosi post-traumatiche aggravate o lunghi periodi di inabilita' fisica (in alcuni casi i certificati erano vere e proprie fotocopie che venivano utilizzati per piu' casi).