Modugno è posto alla periferia sud-occidentale del capoluogo, a partire dagli anni sessanta, con la costruzione della zona industriale di Bari che occupa la parte nord del territorio comunale, ha sostituito la tradizionale vocazione agricola per diventare un centro manifatturiero caratterizzato da un rapido sviluppo economico e demografico.

     Modugno è situata nell'immediato entroterra barese, nel territorio detto anche conca di Bari. La città sorge pochi chilometri a sud-ovest del capoluogo pugliese. Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante ma caratterizzato da una continua e leggera pendenza in ascesa verso la Murgia.

 

Territorio

Il territorio comunale di Modugno, sebbene molto vicino all'abitato di Bari, ha sempre mantenuto la propria autonomia. Altri centri abitati ben più distanti dal centro del capoluogo, come Santo Spirito, ne sono quartieri. Sino al 1928 il territorio di Modugno aveva sbocco al mare nella località di Palese, che da quel momento divenne parte del territorio comunale di Bari. Nel 1953 il Comune chiese, senza successo, l'allargamento dei confini del territorio comunale ritenuto troppo esiguo per la crescente popolazione modugnese.

Storia

 

  « Chi ne sia stato il primo fondatore, e quando abbia avuto inizio la città di Modugno ci è ignoto, ma il non sapersi la sua origine li è di pregio, perché dimostra la sua antichità, se pure ricorrer non si voglia all'invenzione, ed alle favole come taluni fanno per dar lustro, e splendore alle città, di cui scriver debbono. »
 
(Dott. Vitangelo Maffei nella "Relazione delle cose notabili di Modugno", 1774)
Le origini del toponimo

Il primo documento dove si trova il nome di Modugno risale al maggio 1021. Si tratta di un contratto con il quale un tale Traccoguda "de loco Medunio" dava in prestito otto soldi a Giovanni e Mele di Bitetto, ricevendo in pegno una vigna che si trovava "in ipso loco Medunio".
L'ipotesi maggiormente accreditata sull'origine del nome "Modugno" è quella che lo farebbe derivare da "Medunium", ovvero "in medio", a metà strada tra Bitonto e Bari. Nella centuriazione (divisione dell'agro) romana, il primo nucleo di Modugno doveva, infatti, trovarsi al confine tra l'Ager Butuntinus e l'Ager Varinus. Un'altra ipotesi sull'etimologia del termine Modugno, è legata al nome della piccola altura dove sorse il primo borgo modugnese: la motta. In questo caso "Metu-genus" o "Mottu-genus" significherebbe "sorto sulla motta". Esiste ancora un'altra ipotesi, ma ritenuta poco affidabile, secondo la quale il nome di Modugno deriverebbe dalla città greca di Medon o da quella di Modon: i colonizzatori greci usavano dare il nome delle proprie città di origine alle nuove colonie. Ma ciò presupporrebbe che l'origine di Modugno sia di molto precedente a quella che si ritiene comunemente.

 

 

Modugno ha una storia che risale a tempi remoti, in quanto il territorio comunale è stato abitato sin dalla Preistoria. La città, fondata probabilmente nell'Alto Medioevo, in periodo bizantino, subì le dominazioni normanna e sveva sotto le quali il Sud Italia conobbe un periodo di sviluppo. Modugno faceva parte del feudo concesso agli arcivescovi di Bari. Venne parzialmente distrutta e poi ricostruita nel periodo angioino. Nella seconda metà del XIV secolo era un feudo sotto i re aragonesi i quali concessero la città di Modugno, con Palo del Colle e Bari, agli Sforza. Durante il periodo in cui era ducato sforzesco (e in particolar modo durante il governo di Isabella d'Aragona e Bona Sforza), Modugno visse uno dei periodi di suo massimo splendore. Dopo di che si ebbe una rapida decadenza dovuta alla dominazione spagnola durante la quale, tuttavia, la città seppe dimostrare il proprio orgoglio affrancandosi dal giogo feudale tramite il pagamento di un riscatto. La situazione di crisi continuò anche durante le successive dominazioni austriaca e spagnola. La Rivoluzione Francese fece sentire i propri effetti anche nel Regno di Napoli (di cui ovviamente faceva parte Modugno) dove ci fu una insurrezione giacobina che portò alla costituzione della Repubblica Napoletana. Per contrastare questa Repubblica Napoletana (o Partenopea) si costituì, al comando del card. Ruffo di Calabria, un Esercito della Santa Fede (da cui il nome Sanfedisti) formata da popolani, che voleva far ritornare sul trono il Re Ferdinando IV. Un reggimento di Sanfedisti, per eliminare i simpatizzanti giacobini, attaccarono tutti i paesi della zona e famoso fu l'Assedio di Modugno. Infatti essendo stato innalzato a Modugno l'albero della libertà (che era il simbolo giacobino della Repubblica Napoletana) il paese fu attaccato dalle truppe dell'Esercito Sanfedista rinforzato dagli abitanti di Carbonara di Bari e di Ceglie del Campo (che erano fedeli al Re Ferdinando IV e quindi filoborbonici). In conclusione le truppe sanfediste ebbero la meglio sull'esercito giacobino e la Repubblica Partenopea fu sconfitta. Dopo un breve periodo di restaurazione dei Borbone, nel 1806, per un decennio, si instaurò un governo filonapoleonico prima con Giuseppe Buonaparte e poi con Gioacchino Murat, dopo di che venne restaurato il Regno Borbonico che durò fino alla invasione sabaudo-piemontese del 1860. A seguito della sconfitta dell'esercito del Regno delle Due Sicilie Modugno, dal 1861, fu unito al Regno d'Italia.

Simboli [modifica]

 

  « Come cardo selvatico che irto e solo s'erge signore nei campi Modugno di sua libertà da feudale servaggio fiera fu nei secoli »
 
(Don Nicola Milano in Modugno. Memorie storiche, 1970)

 

Lo stemma di Modugno rappresenta un cardo selvatico con tre fiori, radici esposte e quattro foglie, dominante in campo azzurro su scudo sormontato da corona merlata.

Il cardo selvatico è una pianta restia a farsi soffocare dalle altre piante e capace di rispuntare anche dopo incendi. Il significato simbolico del cardo selvatico allude al carattere fiero ed autonomo dei modugnesi, capaci di resistere anche ai tentativi di oppressione e alle avversità. Questo carattere è ben documentato nella storia di Modugno: in diverse occasioni i modugnesi si sono autotassati per raccogliere il denaro necessario per comprare ai feudatari il territorio ed acquisire la libertà.

La testimonianza più antica giunta sino a noi dello stemma del cardo selvatico è del 1568 è si può vedere sulla facciata del Palazzo della Regia Corte. La versione attuale dello stemma cittadino, adottata nel 1946, riprende lo stemma litico, risalente al 1639, presente in Piazza del Popolo nell'angolo esterno della facciata della Chiesa di S. Maria della Croce. Lo stesso stemma comunale in pietra è presente anche in cima all'ingresso del palazzo municipale (ex convento di S. Maria della Croce), in chiave di volta della Porta del Suburbio e sulla facciata della Sede del Sedile dei Nobili, dove lo stemma comunale è presente anche sulla ringhiera in ferro battuto.

Onorificenze [modifica]

Il 7 gennaio 2010, con un decreto, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha conferito a Modugno il titolo di città.

Monumenti e luoghi di interesse [modifica]

Architetture religiose [modifica]

Santuario di Santa Maria della Grotta [modifica]

Il santuario di Santa Maria della Grotta

 

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Santuario di Santa Maria della Grotta.

 

Si tratta di un antico insediamento religioso presso lama Lamasinata, a tre chilometri dall'abitato in direzione di Carbonara: nell'VIII secolo vi era una chiesa rupestre, chiamata Santa Maria in Gryptam, che diede rifugio ai monaci basiliani in fuga dalle repressioni iconoclastiche. Nell'XI secolo vi sorse un'abbazia benedettina che per tutto il medioevo fu tappa dei pellegrinaggi verso la Terrasanta. Dal 1139 al 1155 vi soggiornò san Corrado di Baviera.

Con la soppressione dell'abbazia, decretata da Roberto d'Angiò nel 1313, il sito venne progressivamente abbandonato, sino ad essere trasformato nel XIX secolo in una villa turrita. Il complesso è stato recuperato a partire dal 1974 dai padri rogazionisti.

Casale di Balsignano [modifica]

La chiesa di San Felice in Balsignano

 

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Balsignano.

 

A sud-est dell'abitato di Modugno, verso Bitritto si trovano i resti del casale fortificato di Balsignano, attestato dal 962: dopo il saccheggio ad opera dei saraceni nel 988, venne ricostruito e nel 1092 donato ai benedettini di Aversa, che lo cedettero poi a diversi feudatari. Nel 1526 fu distrutto definitivamente durante lo scontro tra angioini e aragonesi che si contendevano il possesso del regno di Napoli.

Del casale si conservano le mura, una costruzione munita di torri e le chiese di San Felice (XI secolo), con pianta a croce greca, cupola e tamburo ottagonale, e Santa Maria di Costantinopoli (XIV secolo), con lacerti di affreschi di scuola senese. Nei pressi del casale sono stati rinvenuti i resti di un insediamento neolitico del VI-V millennio a.C.

Chiesa di Maria Santissima Annunziata [modifica]

 

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa di Maria Santissima Annunziata (Modugno).

 

La chiesa di Maria Santissima Annunziata, fondata intorno all'anno Mille, è la chiesa matrice della cittadina. Nell'XI secolo fu cattedrale dell'effimera diocesi di Modugno. Fu restaurata nel 1347 nel 1518 e infine nel 1626 secondo il progetto del monopolitano Bartolomeo Amendola.

Dell'attuale facciata in sobrio stile tardo rinascimentale spiccano il gruppo scultoreo dell'Annunciazione posto sulle colonne corinzie ai lati del portale e i fregi dell'architrave. Il campanile, del 1615, altro oltre 60 metri, è in stile romanico pugliese ed è impreziosito da polifore.

L'interno, costituito da un'unica grande navata, cui nel 1642 fu aggiunto un cappellone, negli altari gentilizi presenta per lo più decorazioni in stile barocco napoletano, con interventi di Carlo Rosa per le tele, di Nicola Gliri nel cappellone e del modugnese Domenico Scura sul soffitto ligneo. Di particolare pregio un'Annunciazione di Bartolomeo Vivarini, risalente al 1472.

Altri monumenti religiosi [modifica]

Chiese ed edifici di culto

Edicole

  • Bassorilievo di Sant'Agostino, in via D. Scura n.19
  • Annunciazione, in via G. Cazzano
  • Madonna con Bambino (XX secolo), nei pressi di Piazza Sedile
  • Madonna con Bambino, nel Palazzo Scura
  • Madonna della "Corte Campanile" (XX secolo), in Vico Savoia, nei pressi di Piazza Sedile
  • Madonna di Costantinopoli (XVIII-XIX secolo), in via Vergini n.12
  • Crocifisso (XVIII-XIX secolo), in via G. Cazzano
  • Bassorilievo della Deposizione, sotto l'Arco di San Vito nei pressi di Piazza Romita
  • Madonna delle Grazie (XVIII-XIX secolo), in via Vergini n.1
  • Madonna delle Grazie, in via Madonna delle Grazie
  • Natività (XVIII-XIX secolo), in Corso Vittorio Emanuele n.7
  • Madonna del Suffragio (XVIII-XIX secolo), in via G. Cazzano
  • San Vincenzo Ferrer (XVIII secolo), in Piazza del Popolo

Architetture civili [modifica]

Altro [modifica]

Piazza Sedile [modifica]

 

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Piazza Sedile.

 

Piazza Sedile è la piazza principale di Modugno. Situata ad est del centro storico, in prossimità del tracciato delle antiche mura cittadine, è frutto della riperimetrazione ottocentesca di largo Purgatorio, prospiciente l'omonima chiesa, e di largo Sedile, che traeva il nome dal Seggio dei Nobili, l'edificio presso il quale la locale aristocrazia prendeva le decisioni per l'indirizzo politico della comunità. Sulla piazza si affacciano diversi palazzi nobiliari settecenteschi (Palazzo Scarli, Palazzo Angarano-Maranta, Palazzo Parmigiani-De Sario) e ottocenteschi (Palazzo Crispo e Palazzo Zanchi-Giampaolo).

Altri luoghi di interesse storico-artistico [modifica]

  • Casedde, nelle campagne modugnesi
  • Ipogeo di San Simeone o Grotte di Costantino, in contrada San Simeone
  • Menhir "Il Monaco", al Km 79,455 della Strada statale 98 in direzione Bitonto
  • La Motta
  • Palmento Longo edificato nel secolo XVII in contrada Piscina Nuova e Contrada Palmento Longo
  • Porta del Suburbio, nei pressi della Chiesa Maria Santissima Annunziata
  • Titoli rinascimentali, tracciavano il confine tra il territorio di Bari e quello di Bitonto, si trovano nelle campagne modugnesi
  • Torre della Bella Mora, in contrada Misciano
  • Trappeto di Montepeloso o "dell'Olio rosso", in contrada Misciano
  • Masseria Cesena edificata nel 1777 in Contrada Paradiso
  • Casina Paradisey edificata nel secolo XIX dalla Famiglia Paradisey in Contrada Paradiso
  • Masseria Torre di Sforza edificata nel secolo XIX dalla famiglia Capitaneo.
  • Casina Amari Cusa edificata nel secolo XIX in Contrada Cecilia.

Aree naturali [modifica]

Villa comunale [modifica]

La villa comunale di piazza Garibaldi è stata realizzata nel 1910 nel Votàno, la leggera depressione naturale prossima alle mura occidentali della città. L'area, in origine acquitrinosa, era stata bonificata nel 1855 dal possidente Vito Michele Loiacono, che vi aveva costruito una cisterna (detta in modugnese "pizzacara", ossia "pescheria") dalla quale era possibile emungere l'acqua piovana che vi si riversava. Oltre alla pizzacara, nella villa è presente il monumento ai Caduti, costituito da un alto piedistallo in pietra (che è ciò che rimane del monumento commemorativo dei caduti del prima guerra mondiale realizzato nel 1922) sormontato da una statua bronzea del 1960, opera di Vitantonio De Bellis, che raffigura una donna che ha sacrificato alla patria le persone a lei più care: il soldato colpito a morte e il reduce. Nel 2000 è stato realizzato un teatro all'aperto, impiegato per manifestazioni culturali.

Boschetto [modifica]

È una piccola fetta di macchia mediterranea in una vallata creata da una ramificazione della Lama Lamasinata. Il portale d'ingresso è affiancato da due alti cipressi e, all'interno del Boschetto, c'è un grande caseggiato, detto "la Torre" costruito dalla famiglia Loiacono nel 1800 e utilizzato come luogo di villeggiatura: erano presenti viali, siepi, fontane e piscine. Il soggiorno di tedeschi e inglesi durante la seconda guerra mondiale ha danneggiato notevolmente il Boschetto.

Oggi il Boschetto è un'oasi di salvaguardia floro-faunistica dove è possibile ammirare esemplari imponenti di quercia e pino, begli arbusti di biancospino e lentisco, e fiori di croco e iris. Si possono anche scorgere merli, fagiani, capinere, passeri e diverse varietà di insetti. Il luogo è precluso alla caccia dal 1980.

Società [modifica]

Evoluzione demografica [modifica]

Abitanti censiti

Nel XIII secolo, sotto la dominazione angioina, è possibile ricavare dai documenti dell'epoca un'indicazione sulla popolazione modugnese. In un dato del 1276 Modugno è registrata per un'oncia corrispondente a quattro fuochi (nuclei familiari). Pure aggiungendo le autorità civili, militari ed ecclesiastiche, non incluse in questo censimento effettuato ai soli fini fiscali (per l'imposizione del cosiddetto focatico), è facile notare come all'epoca la popolazione modugnese fosse piuttosto esigua.

Durante il periodo del ducato di Bona Sforza, Modugno visse un periodo particolarmente fiorente che si accompagnò ad una forte crescita demografica. Nel 1595 la popolazione superò i 1400 fuochi e nella città fecero il loro ingresso nuove famiglie che avrebbero ricoperto ruoli di prestigio e avrebbero deciso le sorti economiche e politiche modugnesi.

Sotto la dominazione spagnola nel Regno di Napoli iniziò un periodo di declino che si manifestò anche con la riduzione della popolazione: dai 10.000 abitanti che alcune fonti contano sul finire del XVI secolo, si arriva ai circa 5.000 della fine del XVIII secolo.

Con lo sviluppo della zona industriale, negli ultimi decenni, la popolazione di Modugno è aumentata notevolmente triplicandosi dagli anni sessanta agli anni novanta. Una larga fetta della popolazione modugnese (più di 5000 persone) risiede in contrada Santa Cecilia, nel centro residenziale C.E.P., contigua al quartiere San Paolo di Bari.

Etnie e minoranze straniere

Il 2% della popolazione modugnese è costituito da cittadini stranieri, il cui numero è passato dai 380 individui nel 2002 ai 680 nel 2004. Le comunità nazionali maggiormente rappresentate sono quella albanese (218 unità), cinese (132 unità), indiana (117 unità) e senegalese (95 unità). Inoltre, sono presenti 93 cittadini provenienti da altri stati dell'Unione Europea.

Lingue e dialetti

A Modugno, nel passato, esistevano due dialetti:

  1. quello “du soine e naune”, più accentuato, più duro, usato da “le zappatéure” (contadini);
  2. quello “du sine e none”, meno forte, meno accentuato, usato dalle classi signorili e dagli artigiani.

Osserviamo nei due dialetti alcune espressioni:

  • Joie e téue (io e tu); ji e tu.
  • U zappataure se jalze subete la matoine (il contadino si alza presto al mattino); U zappatore se jalze subete la matine.

I gruppi di vocali che caratterizzano il dialetto “du soine e naune”, rendendolo più forte, sono eu, oi, au.

Le vocali del dialetto modugnese sono cinque: a e i o u. Ma, in particolare della vocale e bisogna sottolineare che può essere:

  1. Aperta, se ha l'accento grave, come in fèmmene (donna), cannèdde (molletta per stendere i panni);
  2. Chiusa, se ha l'accento acuto, come in tembéste (tempesta), zéppe (zoppo);
  3. Semimuta, se non è accentata, e quindi non si pronunzia o si sente appena, come in mamme (mamma), besciarde (bugiardo). Essa ha la funzione di formare la sillaba.

Esiste poi una semiconsonante, la lettera j, che ha vari usi: in principio di parola, come jidde (lui), jatte (gatto); tra due vocali, come moje (adesso), mangiaje (cibo); nei suoni liquidi –gljecchjegghje, come battagjie (battaglia), jacchje (trovi), pagghje (paglia).

Si può incontrare, infine, la lettera K come variante del c duro e del ch, come in kapeche (scelgo), kièche (piega).

Istituzioni, enti e associazioni [modifica]

Ha sede a Modugno la Fondazione Popoli e Costituzioni[3] che, anche attraverso la rivista Sudcritica, fa ricerca storico-giuridica e promuove la conoscenza e la piena attuazione della Costituzione italiana. Un'altra associazione attiva sul territorio è Città plurale, fondata nel 2004. Di recente costituzione (2010) in Modugno la delegazione dell'Associazione Puglia Russia, fondata nel 2008, sorta per favorire la reciproca conoscenza fra le realtà culturali pugliesi e della Federazione Russa, attraverso la promozione di eventi ed iniziative congiunte. Sito web: http://puglia-russia.my1.ru/

Qualità della vita [modifica]

Lo sviluppo industriale che ha caratterizzato gli ultimi decenni della vita modugnese è stato portato avanti senza tenere in dovuto conto le conseguenze ambientali che ne sarebbero derivate. L'inquinamento dovuto agli smaltimenti industriali si andava a sommare ad una scarsa valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico: le lame erano non di rado utilizzate come discariche a cielo aperto dove venivano abbandonati anche rifiuti pericolosi per le falde acquifere nel sottosuolo. Solo ultimamente ci si è resi conto dell'importanza di una adeguata salvaguardia ambientale e cittadinanza modugnese è molto attiva nella tutela del proprio territorio e contrasta con diverse iniziative i progetti che vorrebbero far sorgere in territorio comunale una nuova centrale elettrica (poi effettivamente realizzata, ignorando le proteste dei presidi di ecologisti e semplici cittadini) e un inceneritore.

Cultura [modifica]

Il Palazzo della Cultura e, alle spalle, il campanile della chiesa matrice

Istruzione [modifica]

Modugno conta tre circoli scolastici che coordinano le scuole materne ed elementari cittadine. Ci sono poi tre scuole medie inferiori e un'unica scuola media superiore, l'Istituto Tecnico "Tommaso Fiore".

L'Università della Terza Età "F. Del Zotti" è attiva dal 1996.

La biblioteca comunale dal 2005 è ospitata presso il Palazzo della Cultura, contenente anche una sala conferenze e alcuni spazi espositivi. L'edificio, intitolato a Carlo Perrone, sorge nel centro della città in luogo di un condominio di 10 piani (otto dei quali abbattuti) la cui costruzione, autorizzata nel 1968, aveva alimentato le proteste della popolazione. Presso Palazzo Colavecchio, sono ospitate mostre, convegni e dibattiti.

È in via di realizzazione un museo civico che ospiterà i reperti rinvenuti durante gli scavi presso il sito archeologico di Balsignano e due collezioni private donate al Comune: una di 50 vasi di epoca peuceta e una numismatica.

Media [modifica]

Stampa [modifica]

A Modugno sono editi il periodico Il Cardo Selvatico, fondato nel 1979, e il bisettimanale Nuovi Orientamenti, attivo dagli anni ottanta. Di particolare interesse il mensile "Bari Sud Ovest" principalmente dedicato alla cronaca locale e che, recentemente, sta ampliando il suo interesse anche ai Comuni limitrofi, e del quale esiste una -continuamente aggiornata- versione online. A cura dell'amministrazione comunale è inoltre diffuso il mensile Modugno in Comune.

www.barisudovest.it

Arte [modifica]

Nel 2003 l'Associazione Culturale "La Pecora Nera" ha fondato il Teatroscalo che, oltre a garantire uno spazio per le rappresentazioni sceniche, è sede di corsi di formazione alla drammaturgia teatrale.

Le associazioni musicali Francesco Casavola, Orchestra Musicale Santa Cecilia e Orchestra da Camera Scarli sono rispettivamente un complesso bandistico di circa 40 elementi, un'orchestra di fiati e agenzia musicale con laboratorio artigianale (unico nel Sud) per la realizzazione e restauro di violini.

Cucina [modifica]

La cucina tradizionale modugnese fa largo uso di prodotti agricoli come l'olio e le olive, ortaggi (zucchine e melanzane), legumi (fave, fagioli, lenticchie, ceci, piselli), verdura (rape, cavolfiori, carciofi, cardi), frutta (mandorle, fichi, ciliegie, uva) e alcune erbe selvatiche usate per insalate (perchjazze, recquasce, sporchja). Nei giorni feriali, i pasti erano generalmente costituiti da un piatti unici molto poveri. La carne (di solito coniglio) e il pesce venivano consumati soli nei giorni di festa.

Caratteristica della gastronomia modugnese è una particolare varietà di uva bianca da tavola, dall'acino di forma allungata, detta uva còrnola (in dialetto "ciuarèdde"). Viene coltivata in pergolati in cortili o terrazzi e produce frutti da agosto a dicembre.

Personalità legate a Modugno [modifica]

Eventi [modifica]

Il primo patrono di Modugno fu San Pietro martire, domenicano vissuto nel XIII secolo e noto per la lotta contro le eresie. Venne martirizzato dai suoi avversari. Il suo culto si diffuse a Modugno dal 1401 con la venuta dei Domenicani. Il 29 aprile, giorno della sua commemorazione liturgica, venivano benedetti rami d'olivo. La chiesa Matrice conserva un suo quadro.

Festa patronale di san Rocco e san Nicola da Tolentino [modifica]

La festa popolare delle celebrazioni patronali in onore di san Rocco e san Nicola da Tolentino si festeggia la quarta domenica di settembre, mentre il venerdì, il sabato precedenti e la domenica stessa tre processioni accompagnano la statua di san Rocco per le strade del centro cittadino e delle periferie. Il lunedì si festeggia san Nicola. La lunga processione si ferma in piazza Sedile dove il sindaco, a nome della comunità modugnese, consegna le chiavi della città al Santo. Durante la manifestazione, festose luminarie rischiarano a giorno le vie principali e la piazza Sedile, bande locali eseguono concerti, fuochi pirotecnici colorano il cielo ed un grandioso Luna Park allietano le serate.

San Rocco è il protettore di Modugno. La sua statua di legno che viene portata in processione durante le celebrazioni della festa patronale risale al 1522, quando fu invocato l'intervento del santo a protezione dalla peste e nominato patrono minore della città. I gambali e il cappello d'argento furono donati, nel 1836, dal canonico Luigi Loiacono, come ringraziamento per lo scampato pericolo dell'epidemia di colera che aveva colpito tutta la regione. Nel 1907 la statua del santo venne spostata in un altare della chiesa Matrice.

Secondo la tradizione, san Nicola da Tolentino fu concepito a Modugno dai suoi genitori in ritorno dal viaggio votivo presso la tomba di San Nicola di Bari. Invocato, insieme alla Madonna Addolorata, come protettore dalla peste del 1656, venne proclamato l'anno successivo patrono di Modugno. Inizialmente, la sua festa era il 10 settembre. Venne perdendo di popolarità, fino al 1930 quando la Confraternita di san Nicola da Tolentino riprese gli originari fasti nei festeggiamenti. Dal 1952 i festeggiamenti di san Nicola vennero abbinati a quelli di San Rocco.

Nel 2001 Modugno ha ospitato le reliquie del Santo che uscivano per la prima volta dalla basilica di Tolentino.

Culto della Madonna Addolorata [modifica]

La venerazione della figura di Maria a Modugno ha inizio con la fondazione della città: infatti, il primo nucleo cittadino sembra sia nato intorno alla chiesa di Santa Maria di Modugno, e moltissime sono le chiese dedicate alla Madonna (la quasi totalità delle chiese modugnesi: SS.ma Maria Annunziata, Assunta, S. Maria del Carmine, S. Maria della Croce, Immacolata, S. Maria delle Grazie, S. Maria dei Martiri, ecc.). Numerose sono le edicole sacre, le immagini venerate e le manifestazioni in onore della Vergine promosse dalle Confraternite modugnesi.

Molto forte è la devozione verso la Madonna Addolorata che trae origine nel XVII secolo quando venne invocato il suo aiuto contro la pestilenza del 1656. I modugnesi, come segno di ringraziamento, costruirono la Chiesa della Madonna dello Spasimo e ogni terza domenica di settembre veniva celebrata una festa in cui si facevano opere di beneficenza, e il lunedì seguente veniva offerto da mangiare ai poveri. Nel 1691 venne nuovamente invocato l'aiuto della Madonna a protezione dalla nuova epidemia di peste. Nel 1722 il culto della Madonna venne trasferito nella chiesa Madre, per ragioni di spazio, e venne sistemata sull'altare dell'Addolorata una nuova statua.

Alla Madonna Addolorata vennero indirizzate le preghiere dei modugnesi durante gli avvenimenti del 10 marzo del 1799. Quel giorno una massa di sanfedisti filoborbonici provenienti dal contiguo comune di Carbonara di Bari (oggi frazione del capoluogo) si riunì per saccheggiare Modugno. In quell'occasione diversi testimoni assistettero all'apparizione di una donna di bianco vestita, con un fazzoletto in mano, sul tetto di un palazzo al limite sud del paese, che impediva che le cannonate del nemico colpissero le abitazioni. Si ritenne un miracoloso intervento della Madonna Addolorata apparsa sui tetti modugnesi per proteggere la città dagli assalitori. Da quel momento, la festa della Madonna Addolorata venne spostata da ottobre al X marzo e celebrata con grande solennità. Nel 1876 venne proclamata patrona di Modugno.

Festa di Sant'Antonio di Padova [modifica]

Dal 1990 riprende vita questa festa religiosa dopo anni di oblio causati da scarso interesse dei comitati feste religiose; unisce manifestazioni di carattere religioso, con iniziative di carattere culturale e solidale. I festeggiamenti iniziano il primo giorno di giugno nella chiesa di Sant'Antonio e trovano il loro apice i giorni 12 e 13 di giugno. Il 12 giugno c'è la benedizione del pane che viene distribuito ai modugnesi, l'immagine del Santo viene trasferita nella chiesa Matrice.Subito dopo dalla Chiesa Padronale di Sant'Anna parte il CORTEO ANTICO del Quadro del Santo che attraverso le vie del centro storico, fa il suo ingresso trionfale in Piazza Sedile per essere Intronizzato nell'altare eretto nella Piazza. Il 13 giugno è il giorno solenne; Grandi Concerti Bandistici si esibiscono in cassarmonica e in serata, dopo la messa solenne, si svolge la "Processione di Gala". Il Lancio di una Grandiosa "Mongolfiera" e la "Gara Pirotecnica" di fine festa, concludono i Solenni Festeggiamenti per il Santo Protettore.

Fiera del Santissimo Crocifisso [modifica]

 

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Fiere di Modugno.

 

La fiera del Crocifisso si svolge la seconda e la terza domenica di novembre. Nasce nel 1622 per celebrare un evento giudicato miracoloso: un fulmine caduto sulla chiesa Matrice uccise alcuni sacerdoti e bruciò l'asta del Crocifisso, lasciando intatta la figura del Cristo. Questa figura del Cristo in croce è conservata ancora oggi nella stessa chiesa ed è posta in una nicchia sovrastante la cappella della Madonna Addolorata. A partire dal 1656, la fiera acquisì una forte importanza per la popolazione in quanto la peste che colpì Modugno quell'anno terminò i primi giorni di novembre, poco prima dell'inizio della fiera.

In origine la fiera durava otto giorni, per tutto il periodo compreso tra la seconda e la terza domenica di novembre. Nei primi secoli, la fiera vendeva quasi esclusivamente prodotti agricoli e animali; col tempo si è evoluta allargandosi anche al settore dell'artigianato locale, ai mezzi per lavorare la terra, ai tessuti, ai vestiti, alle piante e a diversi generi alimentari.

Questa fiera ha sempre attratto persone dai paesi vicini e richiama espositori e venditori da tutta Italia: è una delle più importanti della provincia. Oggi è possibile trovare ogni genere di prodotti: la fiera è un'occasione per fare acquisti a prezzi vantaggiosi o semplicemente per godersi il piacere di una passeggiata all'aperto. Negli ultimi anni, in concomitanza con la fiera, vengono organizzate manifestazioni culturali collaterali.

Festa di San Giuseppe e sagra del Calzone [modifica]

Il 19 marzo si festeggia il padre putativo di Gesù con l'allestimento di falò, la preparazione delle zeppole e di pane che viene benedetto e distribuito alla cittadinanza. I festeggiamenti di San Giuseppe, trovandosi alla fine dell'inverno, si sovrappongono ai riti pagani che celebravano l'inizio della primavera e il rifiorire dei germogli. Nei falò che vengono accesi ai margini delle piazze della città (e in quello più grande che viene allestito nella piazza principale) si bruciano grandi cataste di legna e nei campi si incendiano i residui del raccolto precedente. Al fuoco del falò venivano arrostite le rape e si consumavano taralli, ceci abbrustoliti nella cenere ("le cìcere a la rena" nel dialetto modugnese) e il calzone di cipolla. Per questa ragione, alla festa di San Giuseppe è abbinata la Sagra del Calzone.

La sagra del Calzone consiste nella vendita del calzone di cipolla e di altri prodotti tipici modugnesi nella Piazza principale, accanto al grande falò. La serata è animata da canti popolari, danze e spettacoli di vario genere. Il connubio tra falò e calzone di cipolla ha le proprie origini in un episodio glorioso della storia modugnse, quando, sull'onda degli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese, Modugno aveva aderito alla Repubblica partenopea erigendo in città l'"albero della libertà ". Quando, il 10 marzo 1799, le truppe filoborboniche, provenienti da Carbonara, Ceglie e Loseto, assediarono senza successo la città, gli assalitori fecero razzia di quanto trovarono nei campi e negli orti delle case fuori le mura cittadine, soprattutto cipolle e rape, e le arrostirono sui dei fuochi preparati fuori le mura. In quell'occasione si registra l'evento ritenuto miracoloso dell'apparizione della Madonna Addolorata.

Presepe vivente [modifica]

Dal 1995 i parrocchiani della chiesa Immacolata, organizzano un presepe vivente. Nella suggestiva cornice del giardino interno dell'ex convento dei Cappuccini, figuranti in costume animano un museo degli antichi mestieri. L'iniziativa culmina il 6 gennaio con l'arrivo di figuranti negli abiti dei Re Magi e si accompagna alla degustazione di pettole e fagiolata. Il presepe vivente di Modugno attrae ogni anno un gran numero di visitatori, anche dai paesi vicini.

Sempre nel periodo di Natale, la locale Pro Loco organizza un concorso per premiare i più bel presepe di Modugno. Il concorso prevede diverse categorie in base alla grandezza del presepe e all'età dei partecipanti.

Iniziative Pro Loco [modifica]

La Pro Loco di Modugno è attiva nell'organizzazione di diverse iniziative. La Biodomenica è una giornata dedicata in cui viene allestita una fiera mercato di prodotti biologici, con lo scopo di sensibilizzare ai problemi dell'ambiente e promuovere l'agricoltura biologica. In Piazza Sedile diversi produttori di prodotti biologici della provincia espongono i loro prodotti illustrando le tecniche ecocompatibili utilizzate.

Il Concerto per Modugno è sorto in collaborazione con l'UPSA-Confartigianato di Modugno e raccoglie una serie di brani classici e contemporanei a tema natalizio, fornendo una guida all'ascolto. L'iniziativa permette di allietare la cittadinanza e di valorizzare le realtà musicali del territorio.

Modugno in bicicletta è una passeggiata non competitiva che consente di percorrere in bicicletta le vie della città e quelle fuori del centro abitato lungo un percorso di circa 10 km che segue la pista ciclabile inaugurata dal Comune qualche anno fa. Alla manifestazione partecipano diversi gruppi come i Bersaglieri in bicicletta o rappresentanti di organizzazioni con finalità sociale come l'UNITALSI. La chiusura al traffico delle strade consente le iniziative legate alla "giornata ecologica".

La Pro Arte è una mostra pittorica e di arti visive che permette agli artisti, soci della Pro Loco, di esporre le loro opere e di far conoscere la propria arte.

Le Rioniadi sono una competizione giocosa tra ragazzi, in costume, divisi in squadre rappresentanti le sei contrade storiche modugnesi. Le squadre della Motta, dei Cappuccini, della Marina, del Lago, di Gammarola e di Cecilia, si affrontano in diversi giochi che ricordano tempi passati. Essi sono (da pronunciarsi rigorosamente in dialetto): "Cors iind o sacc" (corsa nel sacco), "Cors a tre iamme" (corsa a tre gambe), "U fazzuett" (il fazzoletto), "La pall d'pezz" (la palla di pezza), "Tir a la zoche" (tiro alla fune).

Ritmika è un festival musica a carattere nazionale nato nel 2000. Riveste un importante ruolo promozionale per giovani talenti che hanno l'opportunità di farsi conoscere dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Lo stesso festival è anche un'opportunità di confronto e di crescita per le band e coinvolge gruppi musicali di tutta Italia.

Iniziative dell'Archeoclub [modifica]

La sede modugnese dell'Archeoclub d'Italia si pone lo scopo di diffondere tra i cittadini l'interesse per i beni culturali di Modugno e di favorirne la tutela. Fondata nel 1994 ha sede nel complesso monumentale di Santa Maria di Modugno che apre ai visitatori nelle domeniche della bella stagione e in occasioni particolari come la fiera del Crocifisso. L'Archoclub di Modugno organizza diversi convegni, concerti e manifestazioni, la più importante delle quali è "Chiese aperte"che permette l'apertura al pubblico di antichi luoghi di culto, fornendo guide e materiale illustrativo. Nell'occasione vengono organizzati, in alcune chiese, dei concerti di musica classica.

Geografia antropica

Urbanistica

Il borgo antico è caratterizzato da vie molto strette ed intricate con piccole abitazioni, generalmente composte da un solo ambiente. Sono presenti diversi palazzi storici caratterizzati per lo più da uno stile tardo-rinascimentale. Prima della realizzazione del sottovia, la strada statale 96 separava dal centro i due quartieri di Porto Torres e di Piscina dei Preti.

Sino agli anni ottanta lo sviluppo urbanistico che ha accompagnato il rapido incremento dei residenti è avvenuto senza che fosse redatto un piano regolatore. Gli effetti della mancata pianificazione si leggono in un tessuto urbano caratterizzato per la viabilità disordinata e l'assenza di nuove aree verdi.

Il quartiere Santa Cecilia, sorto a circa 4 km dal centro cittadino, nei pressi del quartiere San Paolo di Bari, è tuttora scarsamente integrato con il centro di Modugno ed è abitato prevalentemente da baresi.

Centro storico e antica cinta muraria

Il centro storico modugnese è composto dal borgo antico e dal suburbio. Il primo è sorto e si è sviluppato intorno alla fortezza della Motta. È possibile ipotizzare l'esistenza di un'antica cinta muraria di epoca normanna che circondava il borgo antico. Nella espansione urbana di Modugno, il borgo antico si ingrandì col suburbio. Nel XIV secolo la città aveva una cinta di mura con almeno quattro porte difese da torri.

Porta del Suburbio

A oriente si apriva la Porta di Bari (piazza del Popolo); la Porta Bitonto immetteva sulla strada che conduceva alla sede vescovile; a ovest si apriva il Portello (via Portello), in direzione di Palo del Colle, che vide accresciuta la sua importanza nel periodo del Ducato sforzesco; a sud c'era la Porta del Suburbio (via Donato Olimpio). Con l'inglobamento, nel Cinquecento, del Suburbio entro le mura cittadine, questa porta perse d'importanza e rimpiazzata con la Porta la Staccata (fine di via Conte Rocco Stella). Nel Seicento venne spostata la Porta di Bari (in via Porta di Bari) e venne aggiunta la Porta delle Beccherie (a nord-est di Piazza Sedile).

La porta del Suburbio è l'unica di cui si conserva ancora oggi traccia, anche se in un rifacimento più recente. Degli ingressi cittadini scomparsi rimangono solo le croci lignee che erano apposte sulle porte e benedette annualmente.

Nel XVIII secolo le mura non coprivano l'intero perimetro cittadino o, perlomeno, non assolvevano un'adeguata funzione difensiva: durante l'assedio del 10 marzo 1799, Giambattista Saliani, nella sua cronaca degli eventi, parla di "borgo non murato". Le mura cittadine, o quel che ne rimaneva, caddero in stato di abbandono e nel 1821 vennero abbattute definitivamente.

Piscina dei preti

Piscina dei preti è una zona residenziale sorta intorno al 1980 oltre le SS.SS. 98 e 96. La zona, in origine, era detta della "Marina", poiché ubicata nelle vicinanze della Strada Provinciale 54, che conduce alle località balneari di Palese-Macchie e Santo Spirito.

A Piscina dei preti è presente il casello Bari Nord dell'A14 ed il nuovo Centro Commerciale. Inoltre è nelle vicinanze del polo industriale di Bari, dell'Aeroporto di Bari-Palese Macchie e dell'ospedale San Paolo. La zona è collegata a Bari tramite la Strada statale 96 e a Palo del Colle tramite la Strada statale 98.

Nel quartiere vi è la parrocchia di Sant'Ottavio, dotata di oratorio e campo sportivo,costruita nel 1980 e affidata ai padri Sacramentini.

Economia

Nel 2004 le aziende attive a Modugno erano 2.592, registrando un lieve incremento rispetto all'anno precedente.[4] Sul territorio comunale modugnese sono presenti circa il 2% delle aziende operanti nella Provincia di Bari, e sono generalmente realtà economiche di medie-piccole dimensioni. Il settore del commercio, all'ingrosso e al dettaglio, è al primo posto con 1029 aziende, segue il settore industriale e manifatturiero con 487 aziende e dal settore edilizio (294). Fanno registrare un forte incremento il settore dell'informatica, quello immobiliare e quello dei trasporti. Si registra, di contro, un'inflessione nel settore agricolo, della ristorazione, della mediazione finanziaria e monetaria, dei servizi.

La Confartigianato locale, che associa 320 imprenditori, offre diversi servizi ed è molto attiva nella promozione della produzione modugnese. La C.A.G. (Cooperativa Artigiana di Garanzia di Modugno) conta 720 imprese associate e svolge il compito di creare convenzioni con istituti di credito, per agevolare i tassi d'interesse. Il Consorzio Coima è nato con l'obiettivo di creare l'Area Artigianale; ora si occupa di fornire servizi alle imprese artigiane modugnesi. La Confcommercio modugnese conta oltre 900 iscritti fornendo servizi di formazione professionale, assistenza sindacale e previdenziale, convenzioni con istituti di credito e di servizi. Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale (ASI) nasce nel 1960 per promuovere la creazione di nuove realtà industriali, artigianali e terziarie. Ne fanno parte Bari, Adelfia, Bitonto, Bitritto, Capurso, Giovinazzo, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Noicattaro, Valenzano, Terlizzi, Triggiano.

Agricoltura [modifica]

A partire dagli anni sessanta, lo sviluppo industriale della città e il rapido incremento demografico hanno sottratto all'agricoltura ampie frazioni del territorio modugnese, che ha pertanto perso l'originaria vocazione agricola. Dei 1381 ettari destinati oggi all'agricoltura, circa il 75% è destinato a oliveto: i cultivar di olive prevalenti sono l'Ogliarola (o Cima di Bitonto) e la Coratina, dalle quali si ricava un olio dal leggero retrogusto mandorlato derivante dalla vicinanza di colture di mandorlo. Dei tre frantoi operanti a Modugno, il frantoio sociale raccoglie il 90% della produzione locale, pari a circa 20.000 quintali.

Le altre coltivazioni più diffuse sono quelle della mandorla (che interessa il 15% del suolo agricolo modugnese), dell'uva da tavola, della ciliegia e dei prodotti ortofrutticoli.

Artigianato [modifica]

Il settore dell'artigianato modugnese è molto variegato ed è composto prevalentemente da aziende di piccola dimensione. Recentemente, il Consorzio ASI ha promosso la realizzazione di un polo artigianale, sulla provinciale Modugno-Bari, a ridosso del centro abitato, che ha contribuito alla nascita di molte nuove realtà produttive. La Zona Artigianale conta 119 lotti, ma è ancora in espansione. Denominata "Cittadella dell'Artigianato" è il vanto dell'artigianato modugnese. Nel 2004 risultavano attive, presso la Camera di Commercio di Bari, 718 imprese artigiane. Il settore è fortemente cresciuto dal 2000 quando si contavano 585 imprese. Crescono le imprese costituite in forma societaria, anche se rimangono molto più numerose (80%) le attività artigiane costituite su base individuale.

Industria [modifica]

Nell'ultimo quarantennio la storia e l'evoluzione di Modugno sono state fortemente condizionale dall'espansione dell'area industriale di Bari che si estende per 1509 ettari, circa metà dei quali in territorio di Modugno. Si tratta di un'area in cui convivono aziende piccole e piccolissime con grandi realtà produttive di rilevanza nazionale e internazionale che superano anche le 1000 unità lavorative. Esse operano nei settori più disparati. La zona industriale costituisce un forte motore di sviluppo per Bari e l'hinterland, con le sue oltre 600 imprese che danno lavoro a più di 20.000 persone.